QUASI EUROPA/Arrivederci Italia: Stefano Bonetti, cittadinanza italiana e svedese

“Un aspetto con cui mi sarebbe impossibile convivere in Italia è il generale senso della gerarchia, una cosa insopportabile. Mi stava già stretto prima, e dopo più di sei anni in Svezia, mi sarebbe praticamente impossibile resistere”. Stefano Bonetti ha 28 anni, è originario di Milano, dove ha studiato al Politecnico ed è dottorando in fisica al The Royal Institute of Technology di Stoccolma (nella foto). È arrivato in Svezia con l’erasmus e lì è rimasto. Dell’Italia proprio non sopporta il rispetto ossequioso dell’autorità e l’assenza di politiche a sostegno delle nuove generazioni.

Che cosa manca in Italia e di cosa hai nostalgia?
Bisogna creare le condizioni perché appena finiti gli studi si possa vivere in maniera indipendente e con un lavoro dignitoso. Penso che se molti con i miei anni, o anche più giovani, iniziassero a dover affrontare le difficoltà pratiche della vita in maniera indipendente, diventando coscienti delle proprie capacità e allo stesso tempo senza aver bisogno di contare i centesimi per arrivare alla fine del mese, molte cose cambierebbero automaticamente. Ma forse è proprio qui il punto: se la gente iniziasse ad essere cosciente che quando si protesta non è così difficile cambiare la situazione, questo governo scomparirebbe. L’attuale governo ha creato un precariato di massa e con le sue politiche “liberali”fa in modo che un giovane su tre sotto i trent’anni sia senza lavoro. Un mio amico americano che vive in California mi ha detto: “se la disoccupazione giovanile fosse così alta qui, sarebbe la guerra civile”.
In Italia ho lasciato una bella famiglia che ha sempre accettato con grande comprensione tutte le mie scelte, e degli amici fantastici, ma grazie alla tecnologia, riesco a non perdere i contatti con loro.

Sei felice, ti senti realizzato?
Assolutamente sì. Il mio lavoro è altamente apprezzato nel mio gruppo di ricerca, mi occupo di spintronica ovvero di magnetismo. Studio un tipo particolare di “onde di spin”. Pensiamo a un sasso che cade in un lago, attorno al punto di contatto con l’acqua si generano delle onde che si propagano dal contatto. Nel mio caso, il lago è un materiale magnetico, e il sasso è un elettrone. Le possibili applicazioni sono nel campo dei segnali ad alta frequenza, interessanti per le comunicazioni a banda larga. Ho appena consegnato la tesi di dottorato e sono in partenza per gli Stati Uniti dove si svolgerà la conferenza annuale sul magnetismo a cui partecipo come chairman con una presentazione e sono co-autore di quattro studi.

 

Com’è vivere da ricercatore in Svezia, riesci a mantenerti?
Il dottorato qui è considerato un lavoro. Il mio salario è molto buono e mi permette di vivere bene e in maniera indipendente in una zona centrale di Stoccolma.Guadagno intorno alle 22.000 corone al mese, circa 2.300 euro. Vivere qui mi costa intorno ai 600 euro al mese, in un appartamento da 35 metri quadri. Ho comprato casa. In Svezia compri solo il 10-15% dell’appartamento, poi paghi gli interessi alla banca, senza ripagare il mutuo. Un affitto costerebbe ugualeperché sono calmierati. Come dottorando, potrei usare gli appartamenti studenteschi, il prezzo varia da 250 euro al mese per una stanza a 700 euro per gli appartamenti più grandi, di quattro stanze.

Torneresti in Italia?
Al momento non è uno degli scenari plausibili. Per dover tornare dovrei avere condizioni almeno confrontabili con quelle che ho qui, o da altre parti dove mi è stato offerto un lavoro. Parlando con i ricercatori italiani questa possibilità è più vicina al mondo della fantasia che alla realtà.

Stefano oggi ha il doppio passaporto. Dopo 5 anni ha chiesto e ottenuto la cittadinanza svedese. Fra qualche mese potrebbe trasferirsi negli Stati Uniti per un postdoc di due anni, ma nel futuro c’è ancora la Svezia: “Dovrei tornare, mi vorrebbero indietro”.

Confronto sul dottorato in Svezia e in Italia, studio dell’Ambasciata italiana a Stoccolma

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2 thoughts on “QUASI EUROPA/Arrivederci Italia: Stefano Bonetti, cittadinanza italiana e svedese

  1. toccherà andare in Svezia 🙂

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